Caro Donato, come stai? Ti presenti un po’, ci dici chi sei?
Ciao Imma, e bentrovata. Ho appena chiuso il cortometraggio – con Sergio Rubini – estratto dal mio ultimo romanzo, quindi anche l’ultima fatica è fatta. Ora si passerà al promozionale, meno intima come fase, ma anche meno faticosa.
Chi sono? Chi lo sa. C’è una frase che scrissi un po’ di tempo fa e che può risponderti: “Io, chi sono io, non lo so di certo io. Lo vivono gli altri”.
Viceversa, il mio profilo lavorativo è quello di uno che scrive romanzi ai quali ama allegare colonne sonore per leggerle, farne cortometraggi e portare questo mix di cose a teatro.
“Occhi chiusi spalle al mare” è il tuo ultimo romanzo, è la tua quarta pubblicazione, dimostrazione che la letteratura non è più solo un hobby, ma una vera e propria passione. Mi racconti quando è iniziato questo connubio e cosa rappresenta per te la scrittura?
Sì, è il quarto, e devo dirti che è diventato un vero e proprio lavoro: parto dal romanzo per poi aprirmi e aprirlo in un secondo momento anche alla musica, al cinema, al teatro. Mettere assieme tutti questi elementi e farli viaggiare all’unisono, richiede grande impegno e attenzione, tanto lavoro, appunto.
La scrittura resta l’elemento principale, intorno al quale tutto si muove: è un’arte che mi sana, mi cura.
Nei periodi in cui sono immerso nella mia storia posso vivere centinaia di metri più in là rispetto a quello che calpesto e che respiro nel quotidiano, sensazione impareggiabile.
Il tuo romanzo ha una dedica importante, forte, chi ti conosce sa quanto fossi legato a Fausto Mesolella. Quanto c’è di lui in questo romanzo, nelle tue azioni, nel ricordo?
Fausto è stato il mio compagno di viaggio per dieci anni, le sue colonne sonore ai miei romanzi precedenti sono quanto di più prezioso io abbia avuto in dono e che custodisco con cura. Con il tempo è diventato anche un grande amico, un fratello maggiore, grazie a lui ho imparato cosa non fare e soprattutto l’importanza dell’essere “uomo”, umano, prima che artista. Senza questi presupposti, secondo lui, l’arte cessa di esistere.
Nulla di più vero.
Nella colonna sonora che accompagna “Occhi chiusi spalle al mare” (composta da Rita Marcotulli e Sergio Rubini) c’è una sua chitarra quasi nascosta, alla fine, tenerla lì me lo fa sentire vivo, imprescindibile anche in questo lavoro.
Mi manca, e credo che in vita mia nulla potrà mai colmare la voragine che ha lasciato dentro di me.
Oltre ad essere un ottimo scrittore, sei anche un appassionato di musica e musicista tu stesso, nei tuoi libri non manca mai un elevato accompagnamento musicale, mi racconti un po’ come nasce il sottofondo a un libro? Lasci che siano gli artisti ad elaborare delle melodie, dai delle idee? Lasci che leggano prima il testo e si lascino ispirare?
Sì, la colonna sonora resta una componente fondamentale nei miei lavori. Ascoltare quel tipo di musica mentre leggi serve a fissare ancora meglio le immagini, i luoghi e i personaggi, e anche farlo in separata sede, dopo tanto tempo, ti rievoca appunto quei luoghi, quelle immagini e quei personaggi.
Lascio che siano gli artisti stessi a comporre le melodie, ovvio dopo aver letto il romanzo in anteprima, infine sono io a curare le ambientazioni sonore affinché il tutto rievochi la parte scritta.
Quanto è stimolante poter collaborare con artisti importanti, che hanno un bagaglio culturale realmente notevole?
Tanto, soprattutto sotto il profilo umano; raccontarsi e farsi raccontare significa crescere e imparare tantissimo, che siano loro poi a rappresentare le mie idee è un valore aggiunto notevole: tutto sembra acquistare una dimensione diversa, hanno certe intuizioni e arrivano a soluzioni armoniche o interpretative che spesso sono geniali.
Nel tuo libro affronti il tema dell’immigrazione, argomento quanto mai attuale, e lo fai in maniera sapiente. Di solito chi svolge un ruolo pubblico nell’ambito dell’arte, qualunque essa sia, difficilmente si espone al punto da prendere una posizione. Eppure proprio la letteratura, il parlarne, potrebbe allontanare la paura del “diverso” e avvicinare le persone. Tu quanto credi che sia importante l’arte per sensibilizzare gli animi?
Hai detto bene, c’è tanta paura, ma soprattutto tanta tanta disinformazione. Scrivere storie che hanno come sfondo i temi dell’immigrazione, delle diversità, della politica, può essere informativo ma lo è per un numero limitato di persone: in Italia si legge pochissimo, quindi il valore di quella che tu chiami esposizione è piuttosto esiguo. Bisognerebbe lavorare tanto, quotidianamente e per anni sui ragazzi, nelle scuole, è lì che formiamo le donne e gli uomini del futuro. Guarda baratterei volentieri una materia scientifica o tecnica per una decina di ore settimanali sull’attualità: solo così nel giro di una ventina di anni, almeno, qualcosa nelle coscienze potrebbe smuoversi, cambiare… Lottiamo contro televisioni e giornali di regime che fanno leva proprio sulla paura, sullo stereotipo, dovesse quindi perdurare la disinformazione, sperare in un uomo migliore credo sia una battaglia persa in partenza.
Affermazioni molto forti in questo frangente, ma almeno la posizione è chiara. Una mia curiosità personale, i nomi dei luoghi sono nomi di fantasia, c’è un perché evocativo o sono lasciati al caso?
I luoghi sono quasi sempre di fantasia: credo in un mondo unico e senza confini geografici, ma nel rispetto delle culture e delle tradizioni, degli essere umani e dei loro campi. Quindi, almeno quando scrivo, i miei posti li immagino ovunque e da nessuna parte, anche se una collocazione territoriale, agli occhi dei più attenti, in fondo la percepisci.
Quali sono i tuoi progetti futuri e dove ti potremo incontrare?
Come ti dicevo prima, ora spazio alla promozione: primi mesi del 2018 nei teatri, con Sergio e Rita; poi piccoli spazi e librerie, e dal 2019 la cosa che – come avrai capito – amo fare di più: confronto nelle scuole.
Grazie mille a Donato Cutolo per la sua disponibilità.
Grazie mille a te!
Mi raccomando correte in libreria a comprare questo piccolo gioiello che è “Occhi chiusi spalle al mare” e poi fate in modo di esserci quando inizierà il tour nei teatri.
fonte: http://www.lundici.it